infinito bianco

Mauro Zanardelli

naturopata

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salute naturale

Non mi piace…

da | Giu 24, 2020 | consapevolezza | 0 commenti

camice con stetoscopio

Non mi piace…

Non mi piacciono i dottori.

Non mi piacciono gli ospedali, gli ambulatori, i centri medici, i dentisti, gli infermieri ed in generale chi porta il camice bianco. 

Tutte le volte che ho avuto a che fare con persone che indossano un camice bianco mi sono trovato davanti a delle decisioni difficili da prendere, a delle parolone che non comprendevo ed a tanto, tanto dolore.

Sia chiaro, non c’è l’ho con le persone che hanno scelto di diventare medici o infermieri. Sono certo che siano tutte delle brave persone. C’è l’ho con quello che per me rappresentano. 

Il camice bianco con le biro di tutti i colori nel taschino e lo stetoscopio che spunta dalla tasca destra, mi riportano inevitabilmente alla memoria brutti ricordi, esperienze terribili. 

Non voglio negare con questo l’importanza del medico e della medicina, la chirurgia, la ricerca scientifica e gli studi sempre più approfonditi hanno sicuramente salvato molte vite. 

La ricerca e la tecnologia hanno permesso alla medicina di fare dei miracoli e quando ci sono patologie degenerative o in caso di incidenti dobbiamo ringraziare che i medici esistano.

La medicina è riuscita a scandagliare l’organismo fino nei suoi più piccoli particolari. 

Attraverso le specializzazioni ha sezionato il corpo in parti sempre più piccole, troviamo medici che si occupano solo del ginocchio od esclusivamente del tumore “testa-collo” oppure solo dell’apparato intestinale e la tendenza è, sempre di più, quella di spingere la specializzazione in distretti del corpo sempre più piccoli. 

Ma siamo propio sicuri che questa sia la strada giusta da intraprendere?

Penso che questo approccio esasperato abbia portato a vedere l’Uomo come una macchina. 

Un insieme di elementi distinti, di ingranaggi singoli che se ben oliati e ben funzionanti permettono di far funzionare al meglio quel complicato meccanismo che chiamiamo corpo. 

Beh… è un punto di vista e sono convinto che una buona parte delle persone che sono approdate su questo blog la pensino esattamente così. 

La salute allora, vista attraverso la lente di questi princìpi, non sarebbe altro che un’equilibrio chimico e funzionale di singoli organi. 

In fondo anche io per una buona parte della mia esistenza ho pensato che fosse così, me lo diceva il dottore…

Però… non tutti la pensano così, alcune persone sparse qua e là nel mondo non si sono fermate a confermare, senza riflettere, quello che gli ha detto il “dottore”.  

A ribadire che: «è giusto, deve essere così perché lo dicono tutti, …e poi loro hanno studiato più di me…». 

Queste persone “curiose”, cercano di utilizzare la loro libertà (libertà che tutti abbiamo, ma che in realtà è usata da pochi) per studiare e poi ragionare con la propria testa, senza delegare ad altri le proprie scelte. 

Queste persone “libere” non hanno avuto paura di andare contro corrente, non hanno avuto timore di spingersi in settori che sono diventati chiusi al confronto, come ora è diventata la medicina.

Queste persone attraverso la riscoperta di antichi princìpi universali e tramite una rilettura moderna di vecchie tradizioni cercano di proporre una visione diversa della salute, del corpo e della relazione che c’è tra l’organismo che ci tiene in vita, la psiche e l’Anima.

Queste persone, tra cui alcuni Naturopati, cercano di proporre un modello diverso, un concetto differente da quello che è la salute e da quello che è la malattia e propongono un approccio alternativo alla cura dell’”ingranaggio” guasto attraverso il riequilibrio.

Quando, oramai tanti anni fa, ho casualmente (ma esiste veramente il caso?) incontrato una di “queste persone” mi si è spalancato un mondo. 

Ho trovato una visione diversa, alternativa nello sperimentare la vita, nel vedere il rapporto tra malattia e salute. Ho trovato un’umanità ed un calore che nell’approccio scientifico difficilmente ho trovato. 

Una nuova visione.

Non c’era più la divisione, il medico da una parte ed il paziente dall’altra, ma c’era l’unione, l’unione di due anime che entravano in relazione d’aiuto, una aiutava l’altra a crescere (il cliente aiuta il Naturopata nella sua crescita personale) e l’altra aiutava a comprendere il significato dello squilibrio che ha portato la malattia (il Naturopata cerca di indicare al cliente una strada che lui ha già percorso). 

Questo modo diverso di vedere la vita mi ha dato la spinta per rimettermi sui libri e la forza per guardarmi dentro, per scavare nel mio inconscio quella zona che Jung ha chiamato “l’Ombra” e cercare di trovare un briciolo di consapevolezza. 

Quella consapevolezza che ora mi permette di essere un Naturopata e mi regala la possibilità di entrare in relazione d’aiuto con chi ne ha bisogno e decide di permettermi di entrare nella sua strada, nel suo percorso di vita anche solo per un’attimo.

Ora per me la malattia non è più un nemico da sconfiggere, ma è diventata una alleato che mi indica il percorso da seguire per ritrovare un equilibrio che è evidentemente andato perso. 

Riflettendo a fondo, nello scrivere questo articolo, ho immaginato che in chi legge a questo punto possano essere nate delle domande: «Ma in fondo, perché dovrei rivolgermi ad un Naturopata? Qual è la differenza tra l’approccio allopatico della medicina tradizionale e quello olistico della Naturopatia? Posso fidarmi?» e chissà quante altre domande ancora.

Per cercare di dare una risposta a questi quesiti ho cercato di stilare una piccola lista di motivi che, forse, possono aiutare a chiarire meglio le idee sulla figura del Naturopata.

Valutazione del terreno individuale ed attenzione all’unicità dell’individuo. 

Uno dei principi portanti della Naturopatia afferma che ogni individuo è unico e possiede un terreno di base che non sarà mai in ogni modo uguale a quello di un’altro individuo. 

Questo principio fa si che la malattia non sia vista sempre allo stesso modo ma rapportata all’individualità della persona ed al suo terreno. 

Per terreno si intendono le debolezze e le predisposizioni insite in ognuno di noi fin dalla nascita sommate al modo di vivere le emozioni e gestire lo stress, di mangiare e di respirare.

Particolare attenzione al piano emotivo e psichico. 

Un altra grossa differenza tra l’approccio Naturopatico e quello allopatico sta nell’attenzione che la Naturopatia ha nel confronto delle emozioni. 

Di ciò che la persona vive o ha vissuto, delle paure, delle ansie e dello stress che colpiscono la persona in difficoltà. 

Il Naturopata conosce bene questi aspetti e tiene sempre in considerazione il fatto che le emozioni, soprattutto quelle represse, si ripercuotono sul piano fisico. 

Per l’approccio olistico la persona è formata da corpo, psiche e spirito e questo forma un tutt’uno, un macrocosmo, se uno di questi elementi non è in equilibrio l’energia che scorre al nostro interno è ostacolata. 

Da questa energia stagnante nascono le malattie, questo è il motivo del perché il Naturopata non solo è attento al riequilibrio delle singole funzioni del corpo, ma anche nel ricercare l’omeostasi con tutto il proprio macrocosmo. 

Prevenzione

Forse l’approccio proposto dalla Naturopatia è l’unica vera prevenzione alla malattia. 

Mangiar bene, respirare in modo corretto, gestire lo stress, permettere all’energia che pervade il corpo di scorrere senza ostacoli, sono comportamenti che aumentano le difese del sistema immunitario, regolano il sistema endocrino e quello nervoso, i pilastri su cui si erge il nostro equilibrio. 

Un vecchia tradizione cinese era quella di pagare il medico fino a che il paziente stava bene, perché in quel caso il medico aveva consigliato il meglio. Il medico non veniva più pagato però nel momento in cui insorgeva una malattia, perché in quel caso, non era stato in grado di prevenirla. 

La vera prevenzione va fatta prima dell’insorgere del problema, non dopo.

Causalismo e non sintomatologia. 

Come ho più volte ribadito in questo sito il Naturopata non è un medico, non fa diagnosi e non considera il sintomo. 

la naturopatia cerca di trovare la causa primaria degli squilibri che provocano un malessere ed attraverso delle metodiche totalmente naturali e non invasive cerca di ricreare un equilibrio tra le funzioni del corpo, l’energia che scorre nell’organismo e il rapporto che c’è tra corpo e psiche. 

Lavorare sul riequilibrio della causa e non sul sintomo permette di risolvere i problemi alla radice. La naturopatia non si accontenta di fermare il sintomo.

Ricerca dell’omeostasi. 

Tutto il nostro organismo è organizzato in modo da “autoripararsi”. 

Quando rompiamo un osso il nostro corpo si mette in moto per risaldare l’osso, quando un virus c’invade la temperatura corporea si alza e “viene la febbre”, in questo modo il calore sprigionato dall’organismo cerca di far morire il virus

Se mangiamo in modo scorretto e squilibriamo il nostro Ph interno una serie di reazioni chimiche e di ormoni cercheranno di tamponare il danno che abbiamo provocato. 

Insomma tutto il nostro organismo lavora costantemente per mantenere un equilibrio e per permettere al nostro corpo di rimanere in salute. 

Il compito del Naturopata è quello di individuare quali sono i comportamenti scorretti da eliminare ed attraverso il riequilibrio dell’alimentazione, l’uso della fitoterapia, di massaggi, di tecniche di respirazione, di meditazione è di altre metodiche naturali aiutare l’organismo a mantenere l’omeostasi.

Utilizzo di rimedi naturali. 

Credo che forse il principale motivo che spinge una persona a rivolgersi ad un Naturopata sia questo. 

La natura ci ha regalato tutto quello che ci è necessario per mantenerci in salute. 

Valutazione del grado di vitalità. 

Secondo la naturopatia ognuno di noi ha un certo grado di forza vitale che anima l’organismo, questa “forza vitale” ci è donata dai nostri genitori all’atto del concepimento. 

Ci sono alcuni segni e sintomi che possono far capire ad un Naturopata esperto che grado di vitalità si possiede. 

Lo scopo del Naturopata è quello di aiutare a mantenere la forza vitale sempre al massimo della sua espressione.

Valutazione della “Tossiemia”. 

Il Naturopata è in grado di valutare il sovraccarico tossinico a cui è sottoposto l’organismo e di agire di conseguenza in modo da contribuire a stimolare o meno gli organi emuntori (gli organi designati all’eliminazione delle tossine) come fegato, reni, intestino, pelle e polmoni.

Ora che sai cosa fa il Naturopata, magari ti è venuta voglia di sapere com’è la tua forza vitale e d’imparare quali sono le giuste combinazioni alimentari. 

Beh… è semplice, contattami e prenota un appuntamento per un consulto.

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mauro zanardelli

Sono un naturopata, iridologo, riflessologo. Dopo il diploma in Naturopatia ho approfondito lo studio della fitoterapia seguendo corsi di nutrizione e fitoterapia integrata, corsi sul sistema endocrino e neuroendocrinologia in fitoterapia, fitoterapia oncologica e riassetto dei problemi intestinali e della sindrome metabolica con approccio naturale. Oltre all’utilizzo delle piante ho proseguito nello studio della riflessologia plantare, della tecnica metamorfica, e creato la tecnica Kintsugi, una tecnica particolare che unisce il lavoro sul corpo con i principi della psicosomatica. Iscritto al registro degli Operatori delle Discipline Bio Naturali seziona Naturopatia con il codice 2016/NT373 istituito dal comitato Tecnico Scientifico della Lombardia.